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La mafia uccide solo d'estate

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Un film stupendo, da non perdere. I drammatici anni siciliani della storia recente sono raccontati con passione, intelligenza e persino umorismo; il ritmo veloce ci lascia senza fiato, incerti tra il groppo alla gola e il sorriso. Tutto è visto con gli occhi di un ragazzino che cresce e diventa adulto in quegli anni, tra banchi di scuola, televisione di casa (Bontà loro con Maurizio Costanzo? Io c’ero), il traffico della città. Il regista e attore Pierluigi Diliberto, meglio noto come Pif, ha avuto l’idea di calare il protagonista Arturo nella normalità quotidiana; e diventa testimone di alcuni omicidi di mafia fra i più eclatanti. Con tutti i limiti drammatici della vicenda, l'atmosfera è tutt'altro che angosciosa. Dal momento del concepimento, nel dicembre ’69, durante la strage di viale Lazio, agli omicidi del giudice Rocco Chinnici, del commissario Boris Giuliano, del generale Dalla Chiesa, di Pio La Torre, di Salvo Lima, di Falcone e Borsellino, il simpatico protagonista è sempre in loco, con lo sguardo intelligente; il sorriso innocente e disarmante che diventa amaro. Tutte lezioni di vita e insegnamenti per la sua professione di giornalista.

Gli spari e le bombe, la crudeltà di Totò Riina, la connivenza dei politici, i cattivi che sembrano destinati a vincere sui buoni: tutto questo male è ben tenuto sotto controllo dal regista e dagli attori. Una battuta scherzosa, un tocco di quotidianità, l’amore per la dolce Flora bastano a far tornare il sorriso. Chi ha vissuto quegli anni, anche lontano dalla Sicilia, ritroverà volti noti, riuniti al funerale di Borsellino: Berlinguer, Craxi, Pertini, Spadolini, Lama. Andreotti c’è sempre, nume tutelare del protagonista, ma poco a poco svela la sua contradditorietà. Il film di Pif è una splendida lezione d’amore: di due ragazzi e poi sposi, di cittadini per la patria, di funzionari per lo Stato. C’è soprattutto l’amore per la città di Palermo; nella prima inquadratura il teatro Politeama e i cavalli in bronzo di Rutelli sono illuminati dal sole, quindi il chiostro di San Domenico, le belle strade del quartiere Libertà, il settecentesco palazzo Comitini (quanti sanno che il centro storico di Palermo offre centinaia di palazzi e chiese antiche?), la Cattedrale, la spiaggia di Mondello, il mercato di Ballarò, il poco noto cimitero di Santa Maria del Gesù (che amplifica una delle battute più divertenti del terzo millennio). Vi raccomando: andate a vedere La mafia uccide solo d'estate, interpretato da Cristiana Capotondi nella parte di Flora, da Pierluigi Diliberto – Pif nella parte di Arturo. E applaudite se vi piacerà.
 
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