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Machiavelli e gli Svizzeri
Biblioteca Cantonale

  INDICE DELLE RUBRICHE
Alla Biblioteca cantonale di Lugano il 23 marzo si terrà una conferenza sul tema "Machiavelli e gli Svizzeri" . Nel corso della serata verrà presentato il volume di Luigi Zanzi , Machiavelli e gli Svizzeri e altre machiavellerie filosofiche concernenti la natura, la guerra, lo stato, la società, l'etica e la civiltà, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2009.

Alla conferenza Interverranno:
Luigi Zanzi, docente di Metodologia delle scienze storiche; Marino Viganò, storico; Simone Bionda, docente liceale di letteratura italiana.
Il tema in questione non è quasi mai stato trattato nella letteratura critica; eppure riveste un'importanza non solo per la storiografia, ma anche per la teoria della politica: parleremo delle riflessioni che Niccolò Machiavelli fece sugli Svizzeri, (gli "Sguizeri"), per le loro caratteristiche politico-organizzative e soprattutto per la loro arte militare, allora temuta perché organizzata e innovativa.

Sappiamo che Machiavelli fece una visita alle nostre regioni tra il 1507 e il 1508 e che fu attratto dalla particolarità dei nostri usi e costumi. Sappiamo anche che la prima versione in lingua latina del Principe fu stampata a Basilea nel 1560. I giudizi che Machiavelli espresse nei confronti degli Svizzeri erano pieni di ammirazione e nel contempo di timori: "Gli Svizzeri sono armatissimi e liberissimi"; "si ha da temere maravigliosamente degli Svizzeri".

Attraverso la pratica mercenaria, gli Svizzeri ebbero modo di dimostrare un'organizzazione militare efficiente e un impiego del tutto nuovo della fanteria e dell'artiglieria da campo. Ciò che portò all'edificazione di numerose fortificazione per la resistenza. Noi sappiamo del resto quanto fosse importante per Machiavelli dotarsi di un esercito agguerrito e organizzato per la difesa di uno stato: "Non può essere buona legge dove non sono buone arme"; "Non c'è arte dello stato se non c'è arte della guerra".

Machiavelli si rifà alle grandi imprese degli Svizzeri sui campi di battaglia: alle trionfali vittorie su Carlo il temerario a Grandson, Morat, Nancy tra il 1476 e il 1477; oppure alle vittorie del 1499 contro gli Absburgo nella battaglia di Calvea o a quella del 1512 contro Luigi XII a Pavia e a Novara nel 1513. La loro straordinaria capacità di rompere anche le artiglierie e i reparti dell'esercito nemico, pur essendo in minoranza numerica, fu da lui considerata con grande attenzione.

Va detto che Machiavelli criticava l'uso del mercenariato straniero; un uso che avrebbe finito per asservire sempre più le regioni italiche. Dopo aver passato in rassegna numerosi esempi del presente e del passato, Machiavelli giunse a una conclusione lucida quanto sconsolata: "Se uno tiene lo stato suo fondato in sulle arme mercenarie, non starà mai fermo ne sicuro: è che non le hanno altro amore ne altra cagione che le tenga in campo che un poco di stipendio, il quale non è sufficiente a far che vogliono morire per te".

Nel libro di Luigi Zanzi, di cui si parlerà diffusamente, possiamo nondimeno rilevare più di un motivo di ammirazione di Machiavelli all'indirizzo della Svizzera di allora; questo aspetto merita di essere approfondito anche per sgombrare il campo da alcuni ricorrenti pregiudizi storiografici. Zanzi rileva ad esempio che lo spirito repubblicano che animava Machiavelli trovava riscontro nella realtà politica degli elvetici confederati per la loro passione tenacissima nella cura del loro territorio, per le loro istituzioni democratiche e per la loro indefessa difesa della propria libertà; una libertà nata da sé, cresciuta dal basso, formatasi nel tempo fra le singole comunità fiere della propria indipendenza di auto-governo, e delle autonomia comunali.

LUIGI ZANZI
Docente di Metodologia delle scienze storiche presso l’Università degli Studi di Pavia. Si è dedicato a molteplici ricerche storicofilosofiche in differenti campi. fra cui:
I segni della natura e i paradigmi della storia: il metodo del Machiavelli, Lacaita, Manduria, 1981;
Dalla storia all’epistemologia: lo storicismo scientifico. Principi di una teoria della storicizzazione, Jaca Book, Milano, 1991;
W.A.B. Coolidge, De Alpibus, Josias Simler e le origini dell’Alpinismo fino al 1600 a cura di Enrico Rizzi, Fondazione Monti 2007
W.A.B. Coolidge, I Grigioni nella storia, a cura di Enrico Rizzi, Fondazione Monti, 2008
Albrecht Von Haller , Fondazione Monti 2009

MARINO VIGANÒ
Diplomato in scienze politiche presso l’Università Cattolica di Milano, specializzato alla Società italiana per l’organizzazione internazionale, è dottore di ricerca in storia militare dell’Università di Padova. Studioso di storia contemporanea, delle relazioni internazionali e dell’architettura militare, ha pubblicato: «El fratin mi ynginiero». I Paleari Fratino da Morcote ingegneri militari ticinesi in Spagna (XVI-XVII secolo) (Bellinzona 2004); «Petrvs Morettinvs - tribvnvs militvm». Un ingegnere della valle Maggia all’estero Pietro Morettini (1660-1737) (Bellinzona 2007); Locarno francese (1499-1513). Per i 500 anni del «rivellino» del Castello visconteo 1507-2007 (Bellinzona 2007); Leonardo a Locarno. Documenti per una attribuzione del rivellino del castello 1507 (Bellinzona 2009). Ha curato, fra l’altro, L’architettura militare nell’età di Leonardo. «Guerre milanesi» e diffusione del bastione in Italia e in Europa (Bellinzona 2008); Il Ticino e la guerra. Politica, economia e società dal 1939 al 1945 (Lugano 2009). Fa parte del consiglio scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli dal 1993.

SIMONE BIONDA
Licenza in lettere (Università di Friburgo) Letteratura italiana e Filologia romanza .Docente di letteratura italiana al Liceo cantonale di Bellinzona.
Pubblicazioni:
La «Poetica» di Aristotele volgarizzata: Bernardo Segni e le sue fonti, «Aevum», Rassegna di scienze storichelinguistiche e filologiche (a cura della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), LXXV (2001), pp. 679-694.
Aristotele in Accademia: Bernardo Segni e il volgarizzamento della «Retorica» , «Medioevo e Rinascimento», Annuario del Dipartimento di Studi sul Medioevo e il Rinascimento dell’Università di Firenze, XVI (2002), pp. 241-265.
La copia di tipografia del «Trattato dei Governi» di Bernardo Segni: breve incursione nel laboratorio del volgarizzatore di Aristotele, «Rinascimento», Rivista dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, II s., XLII (2002), pp. 381-414.
I libri a stampa di Marcello Cervini, «Roma nel Rinascimento», 2002, pp. 13-19.
Il “nodo” del ‘dialogo della lingua’ attribuito a Niccolò Machiavelli, «Interpres», Rivista di studi quattrocenteschi fondata da Mario Martelli, XXVIII (2009), in corso di stampa.
AA. VV., Primavera laica. Radici intellettuali delle libertà dei moderni, a cura di Simone Bionda e Franca Verda Hunziker, Bellinzona, Salvioni, in corso di stampa.


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