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Convegno a Palermo

Sul treno per Palermo, Enza sonnecchia e pensa. Le fa piacere che i controlli nelle stazioni siano diventati più severi, ora si sente più sicura. La piacevole sensazione di protezione si dilegua quando pensa a Carlo. Da qualche giorno è distratto, si affretta a nascondere il cellulare, a cambiare schermata del computer quando lei avvicina. Alle sue domande è stato evasivo, ma confuso. L’ha sorpreso anche a rigirare tra le mani un anello d’argento largo e piatto. Forse è gay.
I tre giorni del convegno aiuteranno entrambi a riflettere. Intanto il treno entra nella stazione. Enza si dirige a un taxi per andare in albergo a Mondello, fuori città. Sale senza fare attenzione a due uomini che la sfiorano in maniera rude. Sale in macchina, dà l’indirizzo all’autista e mentalmente ripete i gesti dal treno al taxi e s’accorge che non ha più la borsa. Chiede all’autista di fermarsi e controllare il portabagagli. ? inutile, è stata rapinata. L’autista è visibilmente contrariato e si offre di accompagnarla in una stazione di polizia per la denuncia. La cosa non è nè semplice né rapida. Ma alla fine Enza riesce a completare la denuncia e avere la possibilità di ritirare in banca il denaro sufficiente per acquistare un nuovo computer sul quale ricevere dall’Istituto le slide che contengono la sua comunicazione al convegno.
Tutti i palermitani che incontra e che sanno dell’accaduto la invitano a pensare alla città senza rancore, a godersi le sue bellezze uniche. Finalmente in albergo davanti al mare calmo e turchese e alla frutta e allo spumante offerti dall’hotel come benvenuto ripensa a Carlo, alla probabile svolta che darà alla sua vita e alla sua solitudine imminente.
Allora si cambia d’abito e scende nella hall per cominciare a guardare con attenzione i colleghi del convegno.

Gabriella Maggio, Palermo, 12 febbraio 2018



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